Ma quanto durano i governi in Italia?
La legge dice cinque anni, evidentemente si sbaglia: durano sei, a volte sette anni.
Nel 2001 Tremonti convocò un conferenza stampa a reti televisive unificate per annunciare un ammanco di non so quante migliaia di miliardi di lire (tantissime, comunque) lasciati in eredità nei conti pubblici dal suo predecessore Visco.
Era una mezza bufala, ma andammo avanti lo stesso mesi con questa storia.
Adesso, di fronte al declassamento del rating del nostro Paese da parte di Fitch, Prodi afferma serafico che è tutta colpa del precedente governo, dei conti pubblici disastrosi lasciati da Tremonti e Berlusconi.
Lui ed il suo governo sono estranei al declassamento.
Mai qualcuno che si prenda la responsabilità di quello che sta facendo e di quello che ha fatto.
In questo noi italiani non riusciremo proprio mai ad essere credibili.
Bisognerebbe spiegare a questi signori che i conti pubblici si provano a raddrizzare partendo anche dalle piccole cose.
Esattamente come in famiglia si tenta, per far quadrare il bilancio, di capire quali siano le spese superflue.
Due piccoli esempi, che poi tanto piccoli non sono: il costo vergognoso della classe politica e le sovvenzioni ai giornali.
Sul primo c’è poco da dire, basta leggere quanta gente in Italia campa con la politica.
E diversi di loro lo fanno benissimo, con stipendi che io che lavoro dodici ore al giorno per sei giorni alla settimana neanche mi sogno.
La storia dei giornali invece è un po’ più nascosta, perché dovrebbero essere per l’appunto i giornali ad informare la gente comune.
Ci fu una straordinaria puntata di Report sull’argomento che spiegava tutto nel dettaglio: in pratica non si salvava nessuno tra i giornali legati a partiti e movimenti politici.
Erano una miriade, alcuni che neanche arrivavano in edicola, tutti che perdevano a bocca di barile e che ricevevano milioni di Euro di contributi dallo Stato, cioè da noi, per pagare stipendi a giornalisti che immagino frustrati nel sapere nessuno o quasi li leggerà mai.
Sopravviveremmo senza l’Unità, il Secolo d’Italia, l’Umanità, Europa, la Padania e via a seguire? Penso proprio di sì.
E allora bisognerebbe spiegare a Prodi che sarà pure colpa di Tremonti, ma intanto cominci a fare pulizia dei rami secchi e mortiferi che si ritrova in casa.
P.S. Sono passati più di sei mesi dalle elezioni e ancora non c’è traccia di una legge sul conflitto di interessi. L’altra volta passarono invano cinque anni, adesso quanto dovremo attendere? Berlusconi aspetta e sorride…