Prandelli è un grande allenatore, probabilmente il migliore con Spalletti, Lippi e Capello in Italia.
Credo che lo sfogo di questo pomeriggio, indirizzato soprattutto verso i giornalisti, faccia parte di una strategia precisa, qualcosa del tipo “Quella sporca ultima meta”.
Insomma, noi siamo la Fiorentina, un manipolo di uomini che sfida il mondo e proprio da questo uno contro tutti traiamo un’energia inesauribile che ci porterà a raggiungere l’obiettivo.
Sinceramente non ho visto accanimento verso la squadra da parte dei media, però bisogna intendersi: se volete che (relativamente a Livorno-Fiorentina) io parli bene delle prove di Ufo, Jorgensen, Dainelli, Gamberini, Pasqual, Donadel e Blasi avete sbagliato indirizzo.
Io rivendico il diritto/dovere di criticare, senza cattiveria, ma anche senza il ricatto di non poter dire niente perché altrimenti “sono contro la Fiorentina”.
Ci vuole una giusta via di mezzo, che non sempre è facile trovare.
Esempio lampante Golden Gol di domenica e parlo ovviamente a titolo personale.
Credo di aver detto cose normali, ho difeso la campagna acquisti, il lavoro di Prandelli, ma ho anche messo in risalto la prestazione per me scarsa di alcuni elementi.
Però ero talmente arrabbiato per la sconfitta e preoccupato per la classifica da avere un’aria truce, un atteggiamento che può aver ingenerato l’idea che ce l’avessi con tutti: squadra, Prandelli e società.
Io, che ho salutato normalmente Prandelli dopo ognuna delle ultime tre sconfitte, starò più attento nel modo di porgere i concetti, però non vorrei che si arrivasse ad una contrapposizione stampa-Fiorentina che causerebbe solo disastri (ognuno è però responsabile di quello che dice e quello che fa, figuriamoci se proprio io mi metto a difendere corporativamente la categoria…)