Stavolta Corvino merita dieci per quello che ha fatto ieri al Meyer.
Potrebbe ancora sbagliare qualche acquisto (speriamo di no, comunque), ma il voto gli resterebbe appiccicato addosso perché l’uomo ha un suo valore che va al di là delle nostre schermaglie dialettiche.
Guardate che non è ne’ facile, ne’ soprattutto scontato nel fantasmagorico e luccicante mondo del calcio, muoversi e pensare a chi sta peggio.
Non lo fanno mica in tanti, l’egoismo e l’avarizia sono i sentimenti dominanti e molte sono state le scene di miserevole micragnosità materiale e morale a cui ho assistito personalmente in oltre trent’anni di frequentazioni calcistiche fiorentine.
Invece Corvino per queste cose c’è sempre, e mi raccontano che ieri lo hanno dovuto portare via quasi a forza dal Meyer (fateci una visita ogni tanto se potete: fa molto bene allo spirito e se ne esce un po’ meno poveri dentro di quando si è entrati), perché capiva che un gesto, un gadget, una battuta sarebbero bastati ad illuminare la giornata di chi soffre.
E la sofferenza di un bambino o di un ragazzino è umanamente inaccettabile.