Non so nemmeno quante volte mi è capitato in radiocronaca di salutare un amico o un’amica che stava passando un momento difficile o era all’ospedale usando l’espressione “ha fatto il tagliando”.
Ecco, stavolta il tagliando l’ho fatto io.
Al termine di una decina di giorni un po’ angoscianti per uno come me che ha paura di tutto (ma ha, per fortuna dei propri familiari, il pudore di non lamentarsi troppo quando sta male, anche perchè poi chi lo sta a sentire nel casino quotidiano di casa Guetta?), ieri pomeriggio per la prima volta in vita mia sono entrato in una sala operatoria per un intervento piuttosto semplice e che non dovrebbe portare a brutte sorprese.
Mentre me la facevo letteralmente sotto, e viaggiavo sulla barella su cui ti obbligano a montare, ho avuto la razionalità di pensare al “culo” che ho avuto fino ad oggi ad essere arrivato “vergine” fino a quasi 50 anni.
In quei momenti ti viene in mente di tutto.
Tipo: “ma come si sarà svegliato stamani il professore (tra l’altro bravissimo) che mi taglia e mi cuce? Gli avranno mica fatto girare le palle le figlie?”
Perché un conto è avere qualche preoccupazione in casa e sbaGliare il nome di chi segna in radiocronaca, oppure non essere lucidi e pronti ad intervenire per una bischerata detta al Pentasport, un altro è avere tra le mani la responsabilità della vita degli altri.
Ora sono ancora piuttosto rintronato e dolorante, ma visto che non è stata proprio una notte tranquilla ho usato il “nostro” blog un po’ per vincere l’insonnia e molto per dare notizie a chi affettuosamente mi chiedeva come stavo.
E per domani minaccio di non mollare la radiocronaca…