I piani quinquiennali non hanno mai funzionato nella famigerata Unione Sovietica (di cui hanno nostalgia solo quelli che non l’hanno vissuta), figuriamoci nel calcio.
Quando sento parlare di progetto a lunga scadenza, mi vengono le bolle: la programmazione va bene, ma deve essere collaudata dalla quotidianità.
Quello che conta è l’oggi ed è per questo che continuo a dare rilevanza a quella vicenda per molti secondaria che si chiama campionato.
Domani andiamo a Napoli e, oltre allo sciagurato Mutu e allo sfortunatissimo Gamberini, ci mancheranno Marchionni e Natali, mentre è quasi certo che all’affaticato Zanetti sarà concesso un turno di riposo per via di martedì.
Marchionni, Natali e Zanetti: i tre colpi dell’estate (più Castillo).
Due ottimi giocatori, più un terzo sorprendente come rendimento negli ultimi due mesi, che però avevano alle spalle una carriera che parlava chiaro.
Erano e sono infatti continuamente a rischio infortuni, e i due bravi nelle ultime tre annate hanno saltato in media una una partita su tre.
Io capisco che a forza di dire (come faccio da agosto) e di scrivere queste cose rischio di non entrare mai nel partito degli “amici di Corvino”, ma me ne farò una ragione: la mia è una semplice analisi della situazione.
Giudico e faccio previsioni, anche sbagliando, ogni volta a seconda di quello che succede e non sono sposato a nessuno.
Corvino e Prandelli hanno fatto cose straordinarie, ma questo non vuol dire che si debba sempre applaudire, se non si è d’accordo.
Basta essere onesti con se stessi e con chi ci segue.
Domani comunque andiamo al San Paolo in piena emergenza, ma era, appunto, un’emergenza assolutamente prevedibile.