Devo fare una premessa: io non vedo mai i potenti del calcio viola nella vita di tutti i giorni.
Cioè non ho frequentazioni con Prandelli e/o Corvino al di fuori dei normali eventi lavorativi che ci vedono insieme, così come non ho alcun rapporto con i giocatori, da Mutu a Seculin.
Al massimo una telefonata per eventi speciali (una volta l’anno), ma mi fermo lì.
Forse è un mio limite, perché così non conoscerò mai segreti che altri sanno, ma ritengo che sia meglio per l’indipendenza della mia attività.
Accade dunque che ieri sera parli con Corvino in diretta televisiva dopo mesi di silenzio tra noi,
E mentre nello studio è tutto un applauso più o meno convinto al suo lavoro, io, che considero Pantaleo il miglior direttore sportivo degli ultimi 35 anni, penso a quelle che sono le poche critiche mosse in un contesto generale veramente da elogiare.
Riepilogando, da agosto secondo me ci sono state tre cose che non vanno benissimo: tre centrali uguali, un uomo in meno a centrocampo, Castillo.
Dei tre centrali parla Pantaleo, dicendo che sono tutti del 1979 e quindi anticipa già la soluzione.
Quando tocca a me, potrei chiedergli se pensava che Melo incontrasse quelle difficoltà alla Juve.
Una domandina simpatica e ruffiana per far risaltare ancora di più il fantastico affare che Corvino ha permesso di concludere alla Fiorentina.
Ma siccome, appunto, non sono furbo e penso che chi guarda e ascolta ha anche guardato e ascoltato i miei (pochi) appunti mossi precedentemente, gli chiedo di Castillo.
Viene ovviamente fuori un botta e risposta piccato, con conseguente vertiginosa discesa del sottoscritto nelle personali classifiche di preferenze di Corvino.
Non importa, tornassi indietro rifarei la stessa domanda perché a quasi 50 anni e con 32 anni di Fiorentina alle spalle posso pure sopportare di non essere tra gli eletti del direttore sportivo.
Io continuo a volergli bene lo stesso, poi la ruota girerà e torneremo a trovarci d’accordo su qualcosa.
Magari, e me lo auguro, proprio sui Castillo, sperando di essere io a dire di essermi sbagliato.
Ah dimenticavo: la domanda sul quarto centrocampista l’ha fatta Sardelli che era seduto accanto a me, senza che ci fossimo messi d’accordo.