Quando Antonello Piroso alle 23.10 ha annunciato che c’era Diego Della Valle al telefono, ho pensato: vai ci siamo.
Ora il proprietario viola interviene perdendo le staffe e sulla 7 va in onda la rissa, anzi la telelerissa.
Perché immaginavo Della Valle giustamente furioso per essere stato trattato come un nuovo affiliato alla consorteria criminale del calcio italiano, prima dall’articolo di Repubblica che anticipava i contenuti di “Operazione off-side” e poi dalla ricostruzione dei fatti effettuata con molte lacune dalla televisione di proprietà (che caso strano) della Telecom.
E invece Diego è stato grandioso, nelle parole usate e nell’efficacia dei suoi concetti.
Ha smontato passo per passo le accuse di Calciopoli, evidenziando le lacune più grosse dell’impianto accusatorio e più di tutte una: come mai, con i carabinieri piazzati ovunque con relative cimici, non è stato registrato niente del colloquio avvenuto durante la famosa cena a Villa La Massa con Mazzini e Bergamo?
Sarebbe stata quella la prova schiacciante dell’entrata della Fiorentina nella consorteria, senza contare gli assurdi risultati delle gare contro Atalanta e Lazio, con relativa colossale topica di Rosetti, che hanno portato “la squadra che si doveva salvare” con un piede e mezzo in B.
Nelle due ore di film manca un altro passaggio fondamentale e cioè le reiterate azioni persecutorie contro la Fiorentina avvenute deliberatamente fino alla partita casalinga contro il Messina e più volte teorizzate nelle telefonate di Mazzini.
Cose che ancora adesso fanno ribollire di rabbia.
I dirigenti viola neanche sapevano che si potesse chiamare Bergamo, glielo ha spiegato ad aprile 2005 Mazzini, re del millantato credito, e nelle intercettazioni i Della Valle sembrano soprattutto impauriti di prendere ancora bastonate, di finire in serie B.
Non esiste una sola intercettazione, al contrario di quanto avviene per Juve e poi Lazio e Milan, in cui si chieda un risultato a favore, ma più semplicemente si cerca di ottenere direzioni di gare eque.
Voglio ricordare un passaggio storico fondamentale: da Innocenzo Mazzini, considerato all’epoca potentissimo, i Della Valle ce li abbiamo spediti noi nel 2005, perché eravamo stufi di essere ammazzati fuori dal campo e perché tutti avevamo capito che qualcosa non funzionava, ma non immaginavamo cosa.
Volevamo che i proprietari della Fiorentina facessero qualcosa e allora loro sono andati a chiedere arbitraggi onesti al vice presidente federale, un fiorentino che nell’immagine di tutti dell’epoca non poteva non avere a cuore le ragioni dei viola.
Noi a questo punto abbiamo il dovere di urlare basta a questo sterco messo nuovamente nel ventilatore, dobbiamo fare sentire ai Della Valle e a Mencucci che non sono e non saranno soli nel processo penale di Napoli.
Questo è il mio pensiero, questa è la linea editoriale di Radio Blu.