A Palermo feci una delle mie prime radiocronache, stagione 83/84: vincemmo con il Catania per due a zero con doppietta di Monelli.
Una grande Fiorentina, quella del 3-5-2 inventata da De Sisti, che arrivò terza.
Dieci anni dopo, l’esordio in B, con la sensazione di estraneità che mi accompagnò tutto l’anno, e un successo pieno per 3 a 0, con inizio del flirt calcistico con Robbiati.
Poi una vittoria in Coppa Italia, nel 1996, con un gol straordinario di Rui Costa ed infine i disastri degli ultimi anni.
Nel 2000/2001 perdemmo contro il Napoli per una papera di Toldo, mentre Terim e Sconcerti si stavano preparando alla guerra.
Nel 2003/2004, con Cavasin in panchina, ci umiliarono, ed il 2 a 0 finale fu un gran regalo per noi.
L’anno scorso una fortuna sfacciata ed un Lupatelli da controllo antidoping ci permisero di portar via un punto immeritatissimo.
Ci hanno sempre spernacchiato laggiù e non ho mai capito il perchè.
La rivalità sportiva non esiste, forse è una questione di pelle: a livello calcistico andiamo d’accordo con i calabresi, meno con i siciliani, che sono di un’ospitalità eccezionale.
Domenica comunque me la vorrei proprio giocare, nel senso pieno del termine.
Vorrei cioè finalmente vedere una Fiorentina che manovra brillantemente alla Favorita, che impone i diritti di una classifica da urlo.
In un contesto del genere, occhio a Fiore: nel girone di ritorno ancora non ha segnato…