Me lo ricordo bene cosa avvenne quando nel giugno del 1984 morì improvvisamente a Padova Enrico Berlinguer.
Tra i tanti uomini politici che si presentarono a Botteghe Oscure per rendere omaggio ad una figura unica e carismatica spuntò all’improvviso in assoluta solitudine Giorgio Almirante.
Ex ragazzo di Salò, ex repubblichino, fondatore del MSI, acerrimo avversario dei comunisti, eppure capace di un gesto nobile, che nella sua atipicità non sembrò neanche clamoroso.
Perché gli altri erano, appunto, “solo” degli avversari e non dei nemici.
Si puntava a vincere e a confutare le tersi avverse, non all’annientamento di chi non era dalla tua parte.
Ed ecco invece il fior da fiore degli ultimi due giorni di questi fenomeni a cui abbiamo delegato la nostra vita pubblica.
Antonio Di Pietro: “Silvio Berlusconi farà la fine di Saddam Hussein”.
Renato Brunetta: “La sinistra vada a morire ammazzata”.
Penosi, semplicemente penosi.
Sono purtroppo lo specchio del degrado in cui stiamo vivendo e che per vicende personali ho toccato per mano ultimamente pure nel mio microcosmo.
Un mondo dove contano solo i soldi, il sesso, il potere, il pettegolezzo, senza uno straccio di senso etico, di attenzione per gli altri.
Annientate, demolite, spendete più di quanto guadagnate, rubate, qualcosa resterà.
E sono solo macerie, che vi frega?
L’importante è che l’altro, il nemico, sia morto.