“Chi parla male, pensa male e vive male”, grande passaggio, citato forse non del tutto correttamente da “Palombella rossa” di Nanni Moretti.
Anche chi scrive male, aggiungo io.
Qui non si tratta dell’uso corretto dell’italiano, perché nessuno pretende un’istruzione all’altezza della situazione, ma dell’abuso della parolaccia, del termine triviale.
Ci sono persone in questo blog che usano la parolaccia esattamente come farà Cosimo tra qualche mese, cioè quando compirà tre anni.
Nei bambini si chiama fase fecale, cioè vogliono stupire i grandi con parole proibite.
Nei grandi si chiama semplicemente stupidità, e non è possibile che io debba spulciare i commenti di almeno una decina di voi per cancellare o mettere i puntini di sospensione.
E astenetevi anche dalle offese, esplicite e velate: invece di urlarli, i concetti si esprimono meglio se sono spiegati.