Abbiamo i tifosi più incredibili del mondo.
Spesso durante la partita è come se giocassero loro e, capendo il momento difficile della squadra, fanno partire un incitamento ancora più caldo.
Ma da un po’ di tempo i tifosi viola giocano pure fuori dal campo e fanno i dirigenti, per esempio proteggendo Lobont dai (presunti) assalti della critica.
Ora, premesso che non mi sembra che ci sia stato alcun processo sommario al portiere (ma vi ricordate che qui fu contestato Toldo solo per tre partite andate male e dopo tre anni giocati alla grande?), io mi chiedo di cosa diavolo avremmo dovuto parlare noi giornalisti dalle nostre tribune?
Il gol di Pazzini e va bene, la prova per me buona di Fiore e va benissimo, ma sul portiere bisognava chiudere gli occhi e far finta di niente?
Se ho Galli nel mio parterre di opinionisti nel Pentasport, come posso non interpellarlo su come si possa uscire da un periodo particolare come quello che sta vivendo Lobont?
Non farlo vorrebbe dire non essere onesti con chi segue le trasmissioni.
Mi è capitato di vedere spesso Milan Channel durante il periodo nero di Dida e vi assicuro che i tentativi di nascondere quello che tutti vedevano era al tempo stesso ridicolo e comico.
Per questo, a coloro che accusano i giornalisti (ed io, ormai lo sapete, sono quanto di più lontano si possa immaginare dallo spirito corporativo di categoria) di remare contro, voglio dire di darsi una calmata.
Lobont ha sbagliato due volte in due partite e se la stessa cosa fosse capitata in viola a Pagliuca o Sereni saremmo stati tutti molto più severi, critica compresa.
Con Toldo no, perché aveva un bonus da consumare, ma tranquilli che avrebbe fatto alla svelta a spenderlo.
Continuiamo quindi a sperare che Lobont possa essere una buona soluzione per il futuro, ma non dividiamoci su qualcosa che non porta a niente.
In conclusione, consideriamo Lobont un giocatore come tutti gli altri.
Non facciamone un colpevole perché ha preso due gol evitabili, ma non beatifichiamolo prima del tempo solo per il fatto di essere stato la “corvinata” più grossa dell’ultimo mercato.