Le emittenti che Radio Blu doppia, e a volte triplica, negli ascolti e che parlano quotidianamente di Fiorentina hanno mezzi economici uguali ai nostri.
Ma se improvvisamente qualcuna di loro quadruplicasse gli investimenti “viola”, io andrei dal mio editore e gli chiederei cosa fare, perché a quel punto la corsa sarebbe ovviamente impari.
La stessa cosa succede a Corvino con la Fiorentina, ed io capisco che per i tifosi sia un po’ stucchevole sentirsi ripetere ad ogni intervista che gli altri hanno molti più soldi di noi, però è una premessa che comprendo perfettamente e che deve essere fatta perché è alla base del lavoro di Pantaleo.
Con un terzo dei mezzi degli altri nelle ultime tre stagioni siamo sempre riusciti a fregare uno dei quattro giganti (in un caso erano solo tre e comunque facemmo più punti del Milan) del calcio italiano e non è certamente un’impresa da poco.
Il paradosso del calcio è che rischiamo di non riuscirci nell’estate in cui abbiamo speso di più, anche se adesso il conto economico è molto meno sbilanciato grazie all’abilità di Corvino nel vendere.
Quella di ieri sera è stata una chiacchierata dal mio punto di vista molto soddisfacente e credo che abbia contribuito a spiegare diverse cose.
Per esempio che non ci sarà più una campagna acquisti come quella del 2008 e che il budget a disposizione sarà molto basso, almeno così l’ho capita io.
Sono d’accordo su moltissime cose che ha detto Corvino, ma non sul discorso finale sui giornalisti “che nel 50% dei casi si svegliano la mattina con l’dea di parlare male della Fiorentina”.
Sull’argomento ho preferito non insistere, dichiarandomi solo non in linea col suo pensiero per due motivi.
Il primo è che abbiamo già avuto un vivace scambio di idee la sera della cena per Vieri in cui difesi la buonafede della banda dei cinque: Beha, Ferrara, Righini, Sandrelli, Tenerani, tutti tra l’altro tifosi viola.
Il secondo è che sarebbe stata una discussione pesante, ripetitiva e sterile che avrebbe tolto spazio alle altre vicende calcistiche certamente più interessanti per chi ascoltava.